Restituzione integrale della NASpI: i chiarimenti dell’INPS

Fornite indicazioni alla luce della Sentenza 90/2024 della Corte costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 8, comma 4 del D.Lgs. n. 22/2025 (INPS, circolare 4 febbraio 2025, n. 36).

L’INPS ha illustrato la sentenza della Corte costituzionale n. 90/2024, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale articolo 8, comma 4 del D.Lgs. n. 22/2025, nella parte in cui non limita l’obbligo restitutorio dell’anticipazione della NASpI nella misura corrispondente alla durata del periodo di lavoro subordinato, quando il lavoratore non possa proseguire, per causa sopravvenuta e a lui non imputabile, l’attività di impresa per la quale l’anticipazione gli era stata erogata.

In particolare, alla luce della citata sentenza della Corte Costituzionale, l’INPS evidenzia che, nel caso in cui il beneficiario della NASpI in forma anticipata interrompa la propria attività di lavoro autonomo o di impresa, instaurando un rapporto di lavoro subordinato prima che si sia concluso il periodo teorico per il quale la NASpI stessa è riconosciuta, l’Istituto, prima di procedere alla notifica del provvedimento di indebito dell’importo integrale corrisposto, provvede a verificare l’eventuale sussistenza di cause sopravvenute e imprevedibili non imputabili all’interessato (calamità naturali, guerre, esplosioni, restrizioni da pandemia, ecc.) che hanno comportato l’impossibilità a proseguire nell’esercizio dell’attività.

Pertanto, rilevata attraverso l’archivio delle comunicazioni obbligatorie (UNILAV) la rioccupazione dell’interessato nel predetto periodo teorico per il quale la NASpI è stata riconosciuta, l’INPS, tenuto conto delle disposizioni contenute nella Legge n. 241/1990, provvede a inviare all’interessato apposita comunicazione di avvio del procedimento istruttorio chiedendo di indicare, in un termine congruo (30 giorni), le ragioni connesse a eventi di forza maggiore che hanno impedito la prosecuzione dell’attività di lavoro autonomo o di impresa e di darne prova attraverso l’allegazione di idonea e utile documentazione, che sarà oggetto di successiva istruttoria da parte della struttura territorialmente competente dell’Istituto. 

All’esito della valutazione di quanto esposto e provato dall’interessato, l’INPS comunica la chiusura del procedimento notificando il provvedimento di indebito di parte o di tutta la prestazione erogata in forma anticipata.

In particolare, laddove sussistano elementi che consentono di ricondurre a causa di forza maggiore l’impossibilità di proseguire nell’esercizio dell’attività autonoma o di impresa, l’obbligo restitutorio dell’anticipazione della NASpI – in applicazione della richiamata pronuncia della Corte costituzionale – sarà limitato alla durata del rapporto di lavoro subordinato. In tale caso l’interessato sarà, pertanto, tenuto a restituire una quota parte di anticipazione determinata sulla base del numero dei giorni di durata del rapporto di lavoro subordinato instaurato nel periodo teorico di spettanza della prestazione.

CIPL Edilizia Bolzano: definito l’EVR 2025

Stabilito nella misura massima del 100%, a seguito del conseguimento positivo dI quattro indicatori su sei

Il 21 gennaio è stato sottoscritto dal Collegio Costruttori della Provincia Autonoma di Bolzano e da Flc-Flb, Feneal-Uil, Filca-Cisl. Fillea-Cgil Bolzano il verbale di accordo per la definizione dell’EVR.
E’ stato, innanzitutto, evidenziato l’avvenuto conseguimento positivo di quattro indicatori su sei:
– monte salari denunciato in Cassa Edile;
– riduzione ore di malattia;
– riduzione ore CIGO;
– volume del PIL.
Inoltre, l’EVR da corrispondersi nel 2025 viene riconosciuto nella misura massima del 100% dell’EVR, come da tabella allegata.

EVR 2025 OPERAI
Livello I Livello II Livello III Livello IV
0,33 0,38 0,43 0,46
EVR 2025 IMPIEGATI
Livello I Livello II Livello III Livello IV  Livello V Livello VI Livello VII
56,84 66,51 73,89 79,58 85,26 102,31 113,68

Iscrizione ipoteca giudiziale derivante da accordo di mediazione e regime di esenzione fiscale

L’Agenzia delle entrate risponde ad alcuni dubbi circa l’applicazione delle agevolazioni recate dall’articolo 17, comma 1 del D.Lgs. n. 28/2010 per l’iscrizione di un’ipoteca giudiziale a garanzia di un credito riconosciuto nell’accordo di mediazione (Agenzia delle entrate, risposta 3 febbraio 2025, n. 3).

Il D.Lgs. n. 28/2010 ha introdotto disposizioni in materia di mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali.

Il procedimento di mediazione, attivato da apposita domanda, ha una durata massima di tre mesi, prorogabile di ulteriori tre mesi dopo la sua instaurazione e prima della sua scadenza con accordo scritto delle parti e si articola in una serie di incontri che si svolgono, senza formalità, tra il mediatore designato e le parti della controversia (artt. 6 e 8).

All’esito del suddetto procedimento, se viene raggiunto un accordo amichevole, il mediatore forma processo verbale, al quale viene allegato il testo dell’accordo. Laddove, invece, non si riesca a raggiungere un accordo, il mediatore può formulare una proposta di conciliazione che può essere accettata o rifiutata dalle parti entro i successivi sette giorni, decorsi inutilmente i quali si ha per rifiutata.

Il procedimento di mediazione termina, quindi, nel momento in cui viene formato il relativo verbale (sia in caso di raggiungimento dell’accordo amichevole sia per intervenuta accettazione della proposta di conciliazione formulata dal mediatore). Tale verbale conclusivo dell’iter conciliativo deve essere sottoscritto dalle parti, dai loro avvocati e dagli altri partecipanti alla procedura nonché dal mediatore che procede, altresì, alla certificazione dell’autografia delle sottoscrizioni apposte.

Se con l’accordo le parti concludono uno dei contratti o compiono uno degli atti soggetti a trascrizione, la sottoscrizione del verbale di accordo deve essere autenticata da un pubblico ufficiale a ciò autorizzato.

 

Ai fini fiscali, è stata introdotta anche una peculiare disciplina di carattere agevolativo, in materia di imposte indirette, per gli atti del procedimento di mediazione. In particolare, la vigente previsione di cui all’articolo 17, comma 1 del predetto decreto, come modificata dal decreto legislativo del 10 ottobre 2022 n. 149, dispone che tutti gli atti, documenti e provvedimenti relativi al procedimento di mediazione sono esenti dall’imposta di bollo e da ogni spesa, tassa o diritto di qualsiasi specie e natura. Il successivo comma 2 stabilisce, inoltre, che il verbale contenente l’accordo di conciliazione è esente dall’imposta di registro entro il limite di valore di 100.000 euro, altrimenti l’imposta è dovuta per la parte eccedente.

 

Per quanto concerne l’applicazione, ai fini delle imposte ipotecaria e catastale, del regime di favore sopra individuato, l’Agenzia delle entrate ritiene che nell’ambito di tale definizione siano ricompresi anche quei tributi non espressamente menzionati dalla norma.

Detto regime di esenzione, come già precisato con la risposta n. 235/2020, trova applicazione anche per le imposte ipotecaria e catastale, indipendentemente dal valore dei trasferimenti oggetto dell’accordo.

 

L’Agenzia, dunque, rileva che il procedimento di mediazione termina nel momento in cui viene formato il relativo verbale. Tale circostanza porta a ritenere che nell’ambito agevolativo di cui al citato articolo 17, comma 1, non possa essere ricompresa, ai fini delle imposte ipotecaria e catastale, l’iscrizione ipotecaria che l’Istante, nel caso di specie, intende porre in essere al fine di garantire il proprio credito. Detta iscrizione, di fatto, non appare posta in essere in dipendenza o al fine dello svolgimento dell’attività procedimentale, o comunque strumentale rispetto al procedimento di mediazione, in quanto attiene ad una fase successiva alla chiusura del procedimento, ovvero quella dell’esecuzione dell’accordo di mediazione.

Manageritalia: tutte le novità per il 2025

Ampliate le prestazioni di welfare, assistenza sanitaria, copertura rischi e la parte retributiva dei contratti dei dirigenti

Manageritalia prevede, per i propri iscritti, un supporto concreto per i genitori ed i loro bambini dai 0 a 3 anni attraverso il Progetto Genitorialità. Difatti, viene introdotto il rimborso integrale delle prestazioni sanitarie erogate presso le strutture convenzionate. Pertanto, da queste non sarà applicata alcuna franchigia per qualsiasi tipologia di prestazione sanitaria come ricoveri, fisioterapie, odontoiatria, diagnostica e altro, solitamente soggette a compartecipazione da parte dell’assistito. 
Inoltre, si ricorda l’accordo siglato nei mesi scorsi con le imprese di assicurazione, che definisce le nuove condizioni della Convenzione Pastore dal 2025 al 2031. 
Infine, Manageritalia informa che a inizio anno è stata accreditata la seconda tranche del credito welfare, sulla Piattaforma welfare dirigenti terziario, stabilito dai rinnovi contrattuali del 2023. Qualora non sia stato speso tutto il credito welfare 2024 si andrà a sommare a quello per il 2025. 
Tale Piattaforma permette ai dirigenti in servizio di accedere ad una serie di servizi di welfare per sè ed i familiari. Difatti, il credito welfare potrà essere destinato per:
– versamento al Fondo Mario Negri;
– acquisto di un piano sanitario integrativo al Fasdac per il dirigente e i suoi familiari con la Cassa sanitaria Carlo De Lellis;
– attivazione di pacchetti prevenzione per i familiari;
– acquisto di corsi di formazione per i familiari, anche non conviventi, tramite Cfmt;
– acquisto di pacchetti di istruzione e ricreazione per i figli; acquisto di pacchetti socio-assistenziali e psicologo;
– attivazione di pacchetti di telemedicina e telemonitoraggio;
– rimborso spese scolastiche, assistenziali e per il trasporto pubblico.

CCNL Commercio (Cifa-Confsal): con l’accordo previsti nuovi minimi retributivi

Dal 1° gennaio 2025 sono previsti nuovi importi tabellari

Il 15 gennaio 2025 Cifa Italia, Confsal Federlavoratori e Confsal hanno sottoscritto un verbale di accordo con il quale hanno stabilito che a decorrere dal 1° gennaio 2025 siano adeguati i minimi tabellari in essere e che vengano applicate nuove tabelle salariali ai lavoratori del settore commercio, terziario, distribuzione, servizi, pubblici esercizi e turismo. Pertanto, le nuove retribuzioni sono quelle indicate nelle tabelle di seguito. 

Minimi retributivi settore commercio, terziario, distribuzione e servizi

Livello Minimo dall’1.6.2024 al 28.2.2025 Minimo dall’1.3.2025 al 31.10.2025 Minimo dall’1.11.2025
Quadro 2.880 2.930 2.990
1 2.410 2.455 2.510
2 2.150 2.190 2.240
3 1.915 1.945 1.990
4 1.725 1.750 1.790
5 1.605 1.630 1.660
6 1.495 1.515 1.545
7 1.355 1.375 1.405

L’importo del minimo relativo al Quadro è comprensivo dell’indennità di funzione pari a 180,00 euro mensili lordi.

Minimi retributivi settore turismo e pubblici esercizi

Livello Minimo dall’1.6.2024 al 31.5.2025 Minimo dall’1.6.2025
Quadro 2.230 2.290
1 1.995 2.045
2 1.825 1.870
3 1.720 1.765
4 1.625 1.665
5 1.520 1.560
6S 1.465 1.500
6 1.445 1.480
7 1.375 1.390

L’importo del minimo relativo al Quadro è comprensivo dell’indennità di funzione pari a 70,00 euro mensili lordi.